Nel 2021 la Commissione europea ha presentato un insieme di proposte legislative finalizzate al rafforzamento delle disposizioni dell’Unione europea in materia di antiriciclaggio e contrasto del finanziamento del terrorismo (AML/CFT) che comprendeva l’introduzione di nuovi regolamenti e di una direttiva. In particolare:
- un regolamento che istituisce una nuova Autorità antiriciclaggio dell’UE (AMLA), che avrà il potere di imporre sanzioni
- un regolamento che riordina il regolamento sui trasferimenti di fondi, inteso a rendere i trasferimenti di cripto-attività più trasparenti e pienamente tracciabili
- un regolamento sugli obblighi in materia di lotta al riciclaggio applicabili al settore privato
- una direttiva relativa ai meccanismi antiriciclaggio
Con un comunicato datato 7 dicembre 2022, il Consiglio dell’Unione europea ha dato atto di aver concordato la propria posizione sul regolamento antiriciclaggio (AML) e sulla nuova direttiva (AMLD6) stabilendo che, una volta approvata la versione definitiva, tali atti costituiranno il nuovo corpus normativo antiriciclaggio dell’Unione europea.
Le nuove norme dell’Unione europea in materia di antiriciclaggio e contrasto del finanziamento del terrorismo saranno estese, altresì, al settore delle cripto-attività, imponendo ai prestatori di servizi per le cripto-attività di effettuare l’adeguata verifica della clientela.
<<I terroristi e coloro che li finanziano non sono benvenuti in Europa. Per riciclare il denaro sporco, i singoli criminali e le organizzazioni criminali hanno dovuto cercare lacune nelle nostre norme vigenti, che sono già piuttosto rigorose. Ma la nostra intenzione è di colmare ulteriormente queste lacune e applicare norme ancora più rigorose in tutti gli Stati membri dell’UE. I pagamenti in contanti di importo elevato, oltre i 10.000 €, diventeranno impossibili. Sarà molto più difficile cercare di mantenere l’anonimato quando si acquistano o si vendono cripto-attività. Non sarà più possibile nascondersi dietro vari livelli di proprietà delle società. Diventerà difficile anche riciclare denaro sporco attraverso gioiellieri o orafi.>>
Con queste parole Zbyněk Stanjura, ministro delle Finanze della Repubblica Ceca (Stato che per questo semestre detiene la presidenza Ue), ha sottolineato l’intenzione dell’Unione di rafforzare l’impianto normativo finalizzato a contrastare la criminalità e il riciclaggio di denaro.
UE e limiti al contante
Significativa la posizione assunta dal Consiglio dell’Unione europea sui pagamenti in contanti, che non potranno superare la soglia comunitaria di 10.000 euro.
Attualmente la disciplina eurounitaria sulle transazioni in contanti è disciplinata dalla normativa Doganale di cui al Regolamento UE 2021/776, che stabilisce che ogni persona che trasporti somme superiori a 10.000 euro sia tenuta a rilasciare una dichiarazione doganale. La normativa antiriciclaggio di cui alla Direttiva UE 2015/849 prevede, poi, che i pagamenti in contanti di importo elevato si espongono sensibilmente al pericolo del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo il pagamento in contanti. Proprio per scongiurare l’insorgenza di tali fenomeni, il Consiglio ha stabilito il limite dei 10.000 euro, sebbene agli Stati membri sia consentito di prevedere un limite inferiore.
Il quadro in Europa
Notevolmente disomogenea è la normazione in materia di limite al contante presente nei vari stati dell’Unione.
Secondo i dati dell’European Consumer Centres Network (organismo creato dalla Commissione europea e dagli Stati membri per fornire assistenza ai consumatori, in sigla “ECC-net”) a inizio 2021 su 30 Stati, considerando anche Regno Unito, Islanda e Norvegia, solo in 12 Paesi, compresa l’Italia, erano vigenti limiti all’uso del contante. Si tratta per lo più di Paesi dell’Europa del Sud oltre al Belgio e di alcuni Stati dell’Europa dell’Est.
Secondo i dati dell’ECC France, in cima alla classifica europea di paesi con limite più restrittivo all’uso del contante spicca la Grecia, con una soglia di 500 euro, seguita dalla Francia che ha applicato una soglia di 1.000 euro per i residenti e di una soglia variabile dai 10.000 ai 15.000 euro per casi particolari (come, ad esempio, per i pagamenti alle banche) per i non residenti.
In Spagna troviamo un tetto di 1.000 euro per i residenti e 10.000 per i non residenti, mentre in Belgio la soglia è di 3.000 euro per le transazioni commerciali. In Portogallo il limite è stato stabilito in 3.000 euro, ridotti a 1.000 euro se alla persona si applica un’imposta sul reddito o sulla società. La Bulgaria ha previsto un limite di 10.000 lev, pari a circa 5.108 euro suscettibile di variazione a seconda del tasso di cambio al momento dell’operazione, e la necessità di una transazione bancaria per importi superiori a tale cifra. In Romania è previsto un tetto giornaliero di 5.00 lei, pari a circa 1.016 euro; in Slovacchia il limite è di 5.000 euro (per transazioni tra commercianti e/o per un acquisto tra un consumatore e un commerciante) e di 15.000 euro per transazioni tra privati. La Polonia ha applicato una soglia di 3.300 euro che non prevede ulteriori restrizioni nel caso in cui si tratti di transazioni tra privati.
Esclusi, quindi, i casi particolari ipotizzati da Francia, Spagna e Slovacchia, le soglie più alte sono previste in Croazia (15.000 euro), seguite da Repubblica Ceca (10.500 euro) e Malta (10.000 euro).
In Danimarca gli esercenti possono decidere di accettare pagamenti in contanti solo fino a 2.500 euro; nei Paesi Bassi esiste l’obbligo di segnalazione delle transazioni sospette che hanno un importo superiore ai 2.000 euro; in Svezia, al contrario, è data facoltà ai commercianti di rifiutare qualsiasi pagamento in contanti.
Diversi, infine, gli stati in cui sono ancora consentiti pagamenti senza una specifica soglia, anche di importi elevati e superiori ai 10.000 euro: Austria, Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Ungheria. Tuttavia, deve evidenziarsi che sebbene la Germania abbia consentito l’utilizzo del contante senza prevedere alcun limite, ha comunque previsto che per tali pagamenti, qualora superiori ai 10.000 euro, sussista l’obbligo di esibire il documento di identità.
Il limite in Italia
La posizione del Consiglio UE giunge proprio mentre in Italia prosegue il confronto politico in merito all’innalzamento del tetto al contante a partire dal 2023 nonché all’obbligo di accettare pagamenti digitali con carta o bancomat a partire dai 60 euro.
Numerosissime le oscillazioni subite dalla soglia al contante nel nostro Paese negli ultimi 10 anni, come mostrato nella tabella che segue:
DAL | AL | SOGLIA (€) | RIFERIMENTO NORMATIVO |
09/05/1991 | 25/12/2002 | superiore a 10.329,14 | D.L. 143/1991 – L. 197/1991 |
26/12/2002 | 29/04/2008 | superiore a 12.500 | D.M. 17/10/2002 |
30/04/2008 | 24/06/2008 | pari o superiore a 5.000 | D.LGS. 231/2007 |
25/06/2008 | 30/05/2010 | pari o superiore a 12.500 | D.L. 112/2008 – L. 113/2008 |
31/05/2010 | 12/08/2011 | pari o superiore a 5.000 | D.L. 78/2010 |
13/08/2011 | 05/12/2011 | pari o superiore a 2.500 | D.L. 138/2011 |
06/12/2011 | 31/12/2015 | pari o superiore a 1.000 | D.L. 201/2011 |
01/01/2016 | 30/06/2020 | pari o superiore a 3.000 | L. 208/2015 |
01/07/2020 | 31/12/2022 | pari o superiore a 2.000 | D.L. 124/2019 – L. 157/2019 |
L’attuale bozza della Legge di bilancio 2023 prevede l’innalzamento dal 1° gennaio 2023 della soglia di uso del contante dagli attuali 2.000 euro (1.000 a partire dal 1° gennaio 2023) previsti dalla precedente legislazione a 5.000 euro.
L’innalzamento del limite, sebbene risulti compatibile con la disciplina eurounitaria continua, però, a sollevare polemiche e inasprire il dibattito tra Governo e opposizione.
Per molti, infatti, il denaro contante rappresenta il principale strumento attraverso il quale poter celare operazioni illecite.
In risposta a tale esigenza il legislatore ha, quindi, imposto ai soggetti destinatari degli obblighi antiriciclaggio di controllare le operazioni della propria clientela e segnalare il ricorso a tale mezzo di pagamento per regolare transazioni commerciali e/o professionali.
Ciò che emerge dai plurimi interventi normativi, interni ed eurounitari, relativi alle transazioni economiche in contante è, in ogni caso, una particolare attenzione riconosciuta a tali operazioni, poiché ritenute legate intrinsecamente all’insorgenza di fenomeni di riciclaggio o finanziamento del terrorismo.
La misura contenuta nella Legge di Bilancio ha ricevuto critiche anche dalla Banca d’Italia nel corso dell’audizione del 5 dicembre 2022 presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, secondo cui <<[…] negli ultimi anni sono emersi studi – anche condotti nel nostro Istituto su dati italiani – che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa; c’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale>>.
Probabilmente è giunto il momento di comprendere, al di là dei dibattiti politici, che la soluzione a tale problema non si possa esaurire nella mera rimodulazione della soglia, richiedendo, al contrario, un’analisi più attenta, a partire dalle caratteristiche intrinseche del contante rispetto ai fenomeni che il d.lgs. n. 231/2007 intende contrastare e reprimere.